giovedì 21 marzo 2013

"l 2025 venti milioni di italiani obesi: è allarme dei nutrizionisti"


L’allarme obesità ha colpito anche la nostra penisola. Secondo lo studio condotto dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ad oggi, le stime rivelano che gli adulti obesi sono circa 5 milioni, equivalenti al 10 percento della popoli

Una tendenza ad ingrassare che sembra inarrestabile stando ai numeri resi noti dagli esperti riguardo l’obesità.

La brutta notizia, infatti, è che la situazione continua a peggiorare e nel 2025 si stima una percentuale inquietante del 43 percento della popolazione affetta da obesità.

L’obesità è un problema che riguarda anche l’Italia e gli italiani, nonostante il Paese sia favorito dall’abitudine alla dieta Mediterranea che dovrebbe favorire l’assimilazione di calorie buone e nutrienti completi.

A lanciare l’allarme sul tema sono, dunque, i nutrizionisti, che sostengono che nel 2025 in Italia si potranno contare 20 milioni di persone obese, contro gli attuali 5 milioni che gravano, in modo imponente, sul bilancio del Belpaese.

I dati sono stati presentati in occasione della presentazione di “Lotta al soprappeso e all’obesità. Anno III”, iniziativa organizzata da Gianluca Mech e dal Centro Studi Tisanoreica, insieme a Fimmg, Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, e Fimp, Federazione Italiana Medici Pediatri, Federsanità-Anci e Assofarm.

Oggi gli obesi in Italia costituiscono il 10 percento della popolazione, e lo Stato spende 8,3 miliardi di euro per le loro cure, pari all’incirca al 6,7 percento della spesa pubblica totale.

Se, come annunciato, la percentuale di obesi è destinata ad aumentare, raggiungendo il 43 percento fra poco più di 10 anni, la questione potrebbe avere importanti ripercussioni tanto dal punto di visto della salute quanto sotto il profilo economico.

La commissione europea Idefics, (Identificazione e Prevenzione di Effetti Dietetici e Stili di Vita indotti in Giovani e Bambini, ha riconosciuto, inoltre, all’Italia, un altro primato negativo: il primato per numero di obesi e individui sovrappeso tra i bambini di età compresa tra i 6 e i 9 anni. Questo dato, ancora, è in forte crescita (2,5 percento ogni 5 anni), destando sempre più preoccupazione tra gli esperti del settore.

Mech, organizzatore dell’incontro, ha riproposto l’idea del ministro Balduzzi di tassare il cibo spazzatura, spiegando di non ritenerla sbagliata, ma sottolineando come sia necessario dare priorità alla sensibilizzazione dei medici pediatri e di famiglia, affinché si prendano carico per primi della situazione, attraverso la prescrizione di regimi alimentari a basso indice glicemico ai pazienti in sovrappeso o obesi.

Mech sottolinea la necessità di diete a basso indice glicemico così: “se solo la metà degli italiani seguisse questo regime alimentare, il tasso di obesità in età adulta diminuirebbe dal 10 al 5 percento della popolazione totale, che, in termini economici, consentirebbe una riduzione di quasi 2,5 miliardi di euro del costo sanitario annuo sostenuto per curarli”.

L’emergenza è reale anche in tutto il resto del mondo, a partire dagli Stati Uniti, dove però il tasso di crescita dell’obesità sembra essersi arrestato grazie alla forte campagna contro il cibo spazzatura intrapresa da molti organi di stampa e appoggiata da personaggi rinomati come la first lady Michelle Obama.

Diversi governi stanno valutando l’opportunità di sviluppare un intervento fiscale per indurre le persone a consumare meno cibi grassi e bevande zuccherate, come succede già per alcool e tabacco.

I primi a farlo sono stati il governo danese, con una tassa sul grasso che colpisce in particolare latte e suoi derivati, e quello ungherese, che ha introdotto una tassazione più pesante per alcuni alimenti eccessivamente grassi e zuccherati, oltre che sui famosi energy drink.

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